mercoledì 4 marzo 2009

Ernia del Disco

In seguito a una forte lombosciatalgia ho effettuato sia la risonanza magnetica che la Tac dalle quali risulta la presenza in L4 e L5 di «una grossolana erniazione discale froaminale SN con effetto massa sulla radice L4». Poiché i forti dolori, protrattisi per circa due mesi (agosto e settembre di quest’anno) anche se con intensità decrescente, sono fortunatamente scomparsi, pur permanendo l’insensibilità nella parte anteriore della gamba sinistra e a volte una sensazione di bruciore a livello lombare, mi è stato detto che nel caso il dolore dovesse ripresentarsi mi sarei dovuta sottoporre a un intervento chirurgico per l’asportazione dell’ernia. Vorrei sapere se esistono rimedi meno invasivi per la riduzione dell’ernia discale e quali sono i centri più accreditati ai quali rivolgersi per la cura o l’eventuale intervento chirurgico.
Antonella Mannu – Cagliari



E’ bene ricordare che l’ernia del disco è una malattia autoestinguentesi, nel senso che, nel tempo (da alcuni mesi a qualche anno) tende a regredire spontaneamente. Sfortunatamente il dolore, a volte insopportabile, impone talvolta il ricorso chirurgico. Alla soluzione chirurgica appartengono anche quei casi con un quadro clinico stabilizzato di compressione radicolare, con deficit nervosi importanti. L’intervento può essere eseguito con tecnica tradizionale (che preferiamo) o con la metodica microchirurgica (con o senza l’ausilio del microscopio operatorio). Di recente hanno ripreso vigore i trattamenti percutanei: la nucleolisi enzimatica, la nucleoaspirazione discale e l’ossigeno-ozono terapia. Si tratta di metodi relativamente poco cruenti che però, a fronte di una minore invasività, hanno un’efficacia inferiore e trovano indicazione in una fase acuta prechirurgica. Si eseguono a paziente sveglio e collaborante. Con un ago o una sonda (a seconda del metodo) si raggiunge lo spazio intradiscale o il forame radicolare e si inietta l’enzima litico o la miscela di ossigeno-ozono o si aspira il materiale discale. Nell’eventualità che i trattamenti percutanei risultino inefficaci si può ricorrere all’intervento chirurgico, sempre che vi siano le indicazioni cliniche e neuroradiologiche. È comunque consigliato attendere almeno qualche settimana prima di giungere al tavolo operatorio, in quanto la fase algica post- trattamento può tendere alla risoluzione spontanea nel tempo. Il trattamento con ossigeno-ozono nell’ernia al disco lombare è sostanzialmente privo di rischi o complicanze. L’ozono agisce agevolando l’essicazione naturale del materiale discale protruso o fuoriuscito. In conclusione, se la sintomatologia dolorosa lo consente, un trattamento con ossigeno ozono (intradiscale se c’è la protrusione o paravertebrale se l’ernia è già espulsa nel canale) è indicato e, spesso coadiuvante di una guarigione clinica. Senza dimenticare la chirurgia tradizionale, che può subire solo un posticipo di intervento.

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