mercoledì 4 marzo 2009

Pubalgia

Spett. Redazione,
Ho 61 anni e godo di buona salute.
Sino a due anni fa praticavo il ciclismo con regolarità:2/3 volte alla settimana percorrendo mediamente 40 chilometri.
Da due anni, probabilmente dopo aver adottato una nuova bicicletta, ho iniziato ad accusare, dopo l'attività, dei dolori nella zona pubica.La diagnosi fatta dal mio medico fu "pubalgia", ma due ecografie eseguite in diversi periodi non evidenziarono alcunché. Una terza ecografia, eseguita da un diverso specialista, circa sei mesi fa, ha invece rilevato"una alterazione della riflessione delle branche pubiche alla sinfisi per irregolarità con unghiature della corticale e tessuto produttivo degenerativo per rilevanti aspetti di tendinopatia inserzionale a carico dei retti e obliqui addominali di maggior entità del lato dx.
Non si rilevano erniazioni intestinali in sede inguino crurale; non diastasi fasciali dei retti lungo la linea mediana in fase di riposo ed in contrazione."
Dopo questo referto, il Fisiatra mi prescrisse diverse applicazioni di ultrasuoni, di laser e di ginnastica isometrica.
Il miglioramento non è stato molto evidente. Se faccio pochi chilometri 10 /15 ad andamento moderato non ho alcun problema, ma se aumento il dolore si ripresenta.
Devo aggiungere che non ho invece alcun disturbo dopo qualche giorno di riposo e neanche dopo sostenute camminate (diversi chilometri), mentre gli stessi problemi si presentano se nuoto.
Vorrei avere un vostro parere in proposito.
Esiste qualche terapia alternativa?
Disinti saluti
Antonio Pala
Cagliari



La pubalgia è un dolore al pube, osso che si trova vicino all’anca. Diversi muscoli si attaccano all’osso con i loro tendini: adduttori, pettineo, piramidale, retti addominali, obliqui addominali, trasversi addominali. Il termine è generico e inquadra diverse patologie, restringiamo il campo a quella più comune: un’infiammazione dei tendini degli adduttori dell’anca.
Viene provocata generalmente da un carico eccessivo nel corso dell'attività sportiva, dovuto a:
a) attività su fondo irregolare
b) scarpe inadeguate
c) scarso equilibrio muscolare per deficit posturale
d) infortuni precedenti non ben recuperati
e) incremento quantitativo (o qualitativo) troppo rapido dei carichi d'allenamento.
Il dolore colpisce la zona dell'inguine per estendersi alle zone circostanti e può portare all'interruzione dell'allenamento o della gara. È necessario invece un periodo di stop di 20 gg. che serve (oltre a identificare la causa del problema e predisporsi a eliminarla alla ripresa) a risolvere i casi meno gravi e a evitare il degenerare della patologia verso quadri dove si rischia di avere problemi anche a camminare. La radiografia (scintigrafia, risonanza o Tac) consente di individuare eventuali lesioni a livello dell'osso pubico, mentre l'ecografia rileva problemi alle strutture miotendinee.
In genere, se il periodo di riposo risulta inefficace, bisogna ricorrere alla terapia fisica con ginnastica specifica (allungamenti, potenziamento muscolare ecc.).
Utili le onde d’urto, il laser e le infiltrazioni con corticosteroidi. In casi particolari e generalmente più gravi si può ricorrere all'intervento chirurgico (scarificazioni tendinee).

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