mercoledì 4 marzo 2009

Noduli alla Mano

Sono una donna di 52 anni e poichè da tempo noto ai lati esterni dell'articolazione della prima falange dell'indice e dell'anulare della mano destra un leggero rigonfiamento,a volte doloroso anche solo per  sfioramento) ho fatto un esame radiologico che ha come referto:
Iniziale tumefazione delle parti molli in corrispondenza delle  articolazioni interfalangee prossimali e distali. Utili controlli a distanza dopo dosaggio del fattore reumatoide.
Il fattore reumatoide,ha detto il mio medico, è a posto ed ha chiuso la questione.
Io invece sono preoccupata poichè mia madre (77 anni)da più di dieci anni ha
tutte le dita "storte" senza particolari dolori e mi chiedevo se c'è QUALCOSA che io possa fare ADESSO o mi devo rassegnare alla naturale evoluzione di questa patologia per ora solo accennata?
Grazie


La comparsa di un rigonfiamento sul contorno delle articolazioni delle dita è un sintomo molto frequente. Più facilmente queste formazioni nodulari si trovano tra falange intermedia e distale (quella della punta del dito) e prendono il nome di noduli di Heberden. Quando essi si localizzano tra la prima e la seconda falange (per intenderci, a metà del dito) vengono detti noduli di Bouchard.
I noduli di Heberden sono caratteristici dell’artrosi, mentre i noduli di Bouchard sono frequenti in caso di patologie reumatiche (artrite reumatoide). Si tratta di alterazioni legate al depositarsi, alla periferia dell’articolazione, di “detriti” che si formano a causa del processo infiammatorio. Questi processi, a lungo andare, alterano la forma delle articolazioni determinando il problema delle “dita storte”, come lei le definisce. È proprio nelle fasi in cui la malattia (artrosi o artrite) è attiva, o acuta, che le articolazioni divengono gonfie, dolenti, talvolta arrossate e poco mobili. Durante questi periodi la malattia progredisce più rapidamente.
Molto bene ha fatto il suo medico nel prescriverle i tests reumatici (tra i quali ricordiamo la reazione di Waaler Rose, il dosaggio degli anticorpi antinucleo e antimitocondrio, il dosaggio delle frazioni C3 e C4 del complemento), per distinguere tra artrite ed artrosi.
Se, come pare, il suo è un problema artrosico, è importante “dare ascolto” ai segni che le sue dita le inviano: in fase acuta, quindi, ridurre al minimo le attività manuali e assumere -su consiglio del medico- un antiinfiammatorio a dosaggio pieno e per almeno 7-10 giorni –così da combattere non solo il dolore, ma anche il processo infiammatorio, e quindi ridurre l’attività della malattia-.
Nelle fasi di stato, invece, è opportuno mantenere mobili le piccole articolazioni della mano facendo esercizi di manualità fine (è sufficiente manipolare piccoli oggetti o modellare palline di diverse dimensioni fatte con la pasta per modellare…).
Oltre l’età di 60 anni si può impiegare con moderazione la vecchia ma valida Roentgenterapia, in ragione di un ciclo di applicazioni all’anno.
I pochi pazienti che sviluppano deformazioni tali da impedire il corretto uso della mano o che vanno incontro a periodi di dolore frequenti e non controllati dalla terapia, possono essere sottoposti ad intervento chirurgico.

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