giovedì 27 marzo 2008

Protesi di rivestimento dell'anca


Egr. Dott. Confalonieri, ORTOPEDIA
Sono un’assidua lettrice di “Salute”. Vorrei sottoporle il mio problema che è l’artrosi all’anca. Premetto che ho 52 anni, ho fatto periodiche infiltrazioni di acido jaluronico (Hialubrix) e faccio da 3 anni ginnastica in piscina. Comunque spesso non riesco a camminare molto a causa di forti dolori all’anca. Il mio fisioterapista mi ha detto, che esiste un tipo di intervento non tanto invasivo come la sostituzione della testa del femore, si tratta di un rivestimento che copre la stessa, per alleviare il dolore dovuto all’attrito.
Vorrei sapere se questa possibilità è reale e se a Roma è possibile risolvere questo problema.
In fede Massa Carmen


Premesso che diamo per scontato una diagnosi di artrosi primaria dell’anca in soggetto giovane, quando si instaura un dolore intenso che causa un’alterazione della vita di relazione, le soluzioni non cruente si riducono di molto. Se, poi, si associa una riduzione della motilità articolare che conduce alla vita sedentaria, un intervento chirurgico si impone. La qualità della vita, a mio parere, supera le difficoltà e le complicanze legate ad una sostituzione protesica articolare. Oggi, la protesi dell’anca è un intervento sicuro e di routine in ogni struttura ospedaliera italiana. E la durata della stessa, con i nuovi materiali e l’abolizione del cemento, è aumentata, tanto che, in letteratura, troviamo casistiche con 20 di sopravvivenza. Altro discorso è l’elevata attività funzionale dei pazienti giovani che determina un aumento dell’usura dei materiali, con conseguente aumento dei fallimenti per mobilizzazione dell’impianto protesico. Per migliorare i risultati funzionali e la durata delle artroprotesi d’anca nei pazienti giovani e/o attivi sono state proposte diverse soluzioni, come l’accoppiamento ceramica-ceramica, l’accoppiamento metallo-metallo, l’uso di impianti poco invasivi che conservino al massimo il bone stock (a conservazione del collo) e le protesi di rivestimento. Queste ultime, in particolare, dopo essere state abbandonate negli anni Ottanta, per l’alta percentuale di fallimenti, negli ultimi anni, hanno subito un nuovo impulso con lo sviluppo dei materiali e delle tecniche di impianto. L’utilizzo del computer ha migliorato il posizionamento delle componenti protesiche, riducendo la possibilità di frattura del collo del femore, complicanza frequente in questo tipo di impianti. In letteratura troviamo esperienze con ottimi risultati, a medio termine, pertanto, si può affermare che la protesi di rivestimento dell’anca, nelle corrette indicazioni, rappresenta una buona alternativa alla protesi tradizionale nei pazienti giovani e attivi con patologie artrosiche precoci dell’anca.

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