giovedì 27 marzo 2008

Infezione di una protesi di ginocchio


Mio padre ha 77 anni e due anni fa è stato operato al ginocchio sinistro con impianto di una protesi. Dopo un anno gli veniva diagnosticata un'infezione alla porzione di tibia a contatto della protesi con riduzione della matrice ossea e forti dolori accusati già da sei mesi dopo l'intervento.
La diagnosi definitiva del chirurgo che l'ha operato, dottor Vincenzo Bompadre, in forza all'ospedale di Terni, é stata di un nuovo intervento chirurgico con impianto di un nuovo cemento osseo(?)per ricostruire l'osso e togliere la protesi. Purtroppo ci ha prospettato, come ultima spiaggia se non ci sono miglioramenti, anche l'amputazione dell'arto(!).
Ci hanno parlato di una clinica a Cortina d'Ampezzo dove tolgono l'infezione alla protesi senza intervento.Con mio fratello abbiamo navigato in internet per cercarla in largo e in lungo ma non abbiamo trovato niente. Dateci una mano!
Credo nella vostra serietà e professionalità sono venti anni che vi seguo. Grazie Rita Mica da Terni


l’infezione di una protesi è la complicazione più grave che possa accadere. Purtroppo è incomprimibile, nel senso che, nonostante tutte le profilassi antibatteriche, un germe resistente a tutto può impiantarsi sul corpo estraneo e provocare l’infezione. Il germe può partire anche da lontano (per es. un ascesso o infezione delle vie urinarie), a distanza di tempo (per es. un anno), oppure, più frequentemente, un germe ospedaliero coriaceo. Per fortuna, le statistiche internazionali parlano di una percentuale ormai ridotta sotto il 2 per cento, tranne rari casi di selezione di batteri resistenti in sala operatoria che necessita la chiusura della stessa per la bonifica. La terapia che noi consigliamo è la rimozione precoce della protesi e l’impianto di uno spaziatore cementato con antibiotico mirato. Dopo 6 settimane, circa, quando i valori della VES e della PCR sono tornati normali, impiantiamo una nuova protesi, magari composta di materiali anallergici, cementata con antibiotico mirato. Non conosco casi di guarigione dell’infezione con la protesi in situ. L’amputazione dell’arto è un evento eccezionale. Prima si pratica la fusione dell’articolazione senza la protesi, rimane un ginocchio rigido, un arto più corto, ma una buona vita di relazione ed una deambulazione, anche senza supporti. Qualora anche così, l’infezione dovesse progredire indovata nell’osso e ci fosse il pericolo di una sepsi generalizzata, l’amputazione avrebbe un senso. Anche qui, con una bella protesi artificiale esterna, la vita di relazione sarebbe possibile con una deambulazione senza supporti. Ma, ripeto, è un evento raro, nei miei 35 anni di lavoro, mi è capitato una sola volta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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